“L’unica guerra giusta è quella che non si combatte”: è quanto ha ripreso la nostra Emanuela Sica, che sta vivendo un momento tragico a livello personale perché in Ucraina sta seguendo le sorti di persone care e delle quali non ha buone notizie.
L’azione di “invasione” del territorio che Putin sta mettendo in atto è sconcertante, al di là delle ragioni che l’hanno causata; e se fra due contendenti non si riesce a trovare una via per comporre la questione, potrebbe forse essere dovere dei vicini aiutarli a rappacificarsi? Purtroppo, dietro le migliori ragioni ci sono – come sempre purtroppo accade – interessi di tipo soprattutto economico.
In questo dolorosissimo caso, forse ciascuno dovrà fare la sua parte e rinunziare a qualcuna delle pretese a favore dell’altro.
Nostro Signore ci dice che l’essere fratelli è comprendere le altrui difficoltà, avvicinare dialoghi e persone, perdonare e farsi perdonare: questo potrebbe essere un buon antidoto alla guerra.
Il Popolo Ucraino, che sentiamo vicino, sta soffrendo un’invasione che lo priva della libertà, le famiglie sono divise e oppresse dalla costrizione del coprifuoco, i bambini e gli adolescenti soffrono il disagio di chi non può organizzare nemmeno la propria più banale e minima quotidianità, i giovani e gli adulti sono chiamati alle armi per difendere il proprio paese.
Da tutte le parti del mondo accorrono verso la patria migliaia di ucraini per difenderla e liberarla.
Confidiamo sulla fede e l’amore di tutti verso il prossimo affinché torni la pace,
Amen