Sabato 25 settembre, alle ore 11,30, sono state celebrate le nozze di S.A.R. il Principe Don Jaime di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Noto, membro del Comitato d’Onore del Corpo Internazionale di Soccorso O.d.V..
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, il resoconto ufficiale della cerimonia religiosa
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Monreale: omaggio dei Reali d’Europa, Gotha internazionale e delle autorità alle LL.AA.RR. i Principi Jaime e Charlotte di Borbone Duchi di Noto
Sotto il severo sguardo del Cristo Pantocratore, i rappresentanti delle Case Reali d’Europa e il Gotha al completo, con le massime Autorità Ecclesiastiche, civili e militari partecipano allo storico Matrimonio Reale.
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Era dal 1934 che Palermo non si ospitavano nozze di sangue Reale, ovvero da quando si sposarono il Conte di Parigi con la Principessa Isabella d’Orleans-Bragança discendente dell’ultimo Imperatore del Brasile.
Come annunciato pubblicamente nel maggio dell’anno 2020 – giusto assenso fornito dal Capo della Real Casa delle Due Sicilie S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone della Due Sicilie e Orléans Duca di Calabria e Conte di Caserta, Gran Maestro dell’Insigne e Reale Ordine di San Gennaro e del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, etc. secondo le previsioni dei Regi Decreti del 1829 e del 1836 – oggi 25 settembre presso il Duomo di Monreale (Sicilia, Palermo) S.A.R. il Principe Don Jaime di Borbone della Due Sicilie Duca di Noto, primogenito della LL.AA.RR. i Duchi di Calabria, ha contratto matrimonio con Lady Charlotte Diana Lindesay-Bethune, figlia minore del Rt. Honourable Lord James Randolph Lindesay-Bethune, XVI Conte di Lindsay, XVI Lord Parbroath, XXV Lord Lindsay of the Byres, XV Lord Kilburnie, Kingsburn and Drumry e di Lady Diana Mary Chamberlayne-Macdonald Contessa di Lindsay.
Le nozze sono state benedette da Sua Em.za Rev.ma il Signor Cardinal Gerhard Ludwig Müller, Diacono del Titolo di Santa Agnese in Agone, Prefetto Emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede e Gran Priore del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.
Malgrado l’imponente piano di sicurezza messo in opera dalla Prefettura di Palermo e la rigida organizzazione degli ingressi, i Royal Watchers di tutto il mondo appostati negli edifici adiacenti il Duomo di Monreale, armati di binocoli e tablets, hanno potuto riconoscere gran parte dei privilegiati che assisteranno al fatidico “sì” dei novelli Duchi di Noto.
Per primo a giungere al Duomo, il celebrante Cardinale Gerhard Ludwig Müller che benedirà le nozze, contornato da un lungo corteo processionale di ecclesiastici giunti per assistere. Il Cardinale Müller in abito di coro con indosso la croce Costantiniana, giunge attraverso il portico della navata centrale e fa ingresso benedicendo gli invitati con l’aspersorio.
Nel mentre sopraggiunge in rappresentanza della Santa Sede Sua Em. za Rev. ma Card. Dominique Mamberti Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, latore del messaggio di Papa Francesco con la Benedizione Apostolica per i novelli sposi Reali.
Una dopo l’altra salgono la rocca di Monreale le auto scure che conducono al duomo normanno le austere porpore d’altri Cardinali e le paonazze di Arcivescovi, Vescovi e Prelati dal Vaticano e da tutto l’orbe cattolico dove Don Pedro di Borbone Due Sicilie, quale Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, dispiega la missione affidata dai Romani Pontefici all’Ordine Cavalleresco che i Borbone Due Sicilie hanno ereditato dai Farnese.
Pervenuto il messaggio benedicente da parte del Sostituto della Segreteria di Stato S.E.R. Mons. Edgar Peña Parra.
Presenti i membri delle più antiche Case Sovrane d’Europa: dal Regno di Spagna il parentado Borbone al gran completo, gli Asburgo eredi dell’Impero d’Austria, dalla Francia gli Orléans, poi Borbone-Parma eredi del Granducato di Parma e Piacenza, i Sassonia-Coburgo-Gotha, Liechtenstein, i Bragança …
Prime a giungere le zie paterne dello sposo: S.A.R. la Principessa Cristina di Borbone delle Due Sicilie col marito Don Pedro Lopez-Quesada, le LL.AA.II.RR. gli Arciduchi d’Austria e Principi d’Ungheria e Boemia Maria e Simeone d’Asburgo, le Principesse delle Due Sicilie S.A.R. Inés col marito Nobile Michele Carrelli Palombi dei Marchesi di Raiano e S.A.R. Vittoria col marito Markos Nomikos.
Si scorgono parenti prossimi dello sposo S.A.R. la Principessa Donna Teresa di Borbone delle Due Sicilie Duchessa di Salerno col marito Marchese de Laserna, S.A.R. il Principe Charles-Emmanuel di Borbone-Parma, S.A.R. il Principe Charles-Emmanuel de Orléans Duca d’Angiò, S.A.R. il Duca Chartres, S.A.R. la Principessa Diane d’Orléans Viscontessa de Noailles, S.A.R. la Principessa Chantal d’Orléans-Bragança Baronessa di Sambucy de Sorgue, LL.AA.RR. Kostantin e Maria di Sassonia-Coburgo-Gotha Principi di Vidin, S.A.R. il Principe Dom Alfonso de Bragança Principe di Beira, Conte José Zamoysky de Borbon e S.A.S. la Principessa Maria d’Orleans moglie del Principe Gundakar di Liechtenstein, S.A.R. il Principe Mirko di Bulgaria; in rappresentanza di S.A.R. il Principe Dom Duarte Pio Duca di Bragança Capo della Real Casa del Portogallo era presente la consorte S.A.R. Donna Isabel de Bragança Duchessa de Bragança accompagnata dall’erede S.A.R. l’Infante Dom Alfonso de Bragança Principe di Beira e il secondogenito Infante Dom Dionisio de Bragança Duca di Porto, quindi S.A.R. l’Infante Dom Miguel de Bragança Duque de Viseu fratello del dipendente dei Sovrani Lusitani.
Il Cugino, Capo della Real Casa di Savoia S.A.R. il Principe Aimone Duca di Savoia, primo cugino per parte Orléans in quanto entrambi son figli di due Altezze Reali di Francia le Principesse Anna e Claude, ha inviato agli Sposi un messaggio attraverso un rappresentante il Nobile Salvatore Bordonali di Pirato.
E poi, i discendenti delle più antiche Casate europee tra i quali S.A.S. il Principe Maximilian Windisch-Graetz, S.A.S. la Principessa Wande de Ligne, S.A.S. la Principessa Alienor d’Aremberg, S.A.S. il Principe Ereditario di Croÿ e i von Limburg-Stirum.
Dalla Francia, il Duca di Magenta Maurice de Mac Mahon e la Signora Pélagie, il Conte e la Contessa d’Andlau, il Conte e la Contessa d’Ormesson, il Conte e la Contessa Jacques d’Outremont con figlio Guillame, la Baronessa Melanie Hottinguer.
Dal Portogallo, il Conte Francisco Lobo de Vasconcellos e la consorte e Laurenzo Correia de Matos.
Presenti numerosi Grandi di Spagna, preceduti dall’aristocratico più titolato del Regno, Don Carlos FitzJames Stuart y Martínez de Irujo XIX Duca d’Alba – figlio della defunta Doña Cayetana FitzJames Stuart Duchessa d’Alba icona di stile nel jet-set mondiale – accompagnato dai figli Fernando Fitz-James Stuart, XVII Duca di Huéscar erede del Ducato di Alba e Grande di Spagna, e Carlos Fitz-James Stuart de Solís, XXII Conte di Osorno e Grande di Spagna. Il Duca d’Alba é celebre per una leggenda secondo cui sia l’unico spagnolo che può viaggiare dal nord al sud del Regno di Spagna senza mai lasciare i suoi poderi.
Schierati in un settore proprio gli “Eccellentissimi Grandi di Spagna”, tra cui il Duca di Pastrana Don José Finat y de Bustos, il Duca di Granada de Ega Don Juan Alfonso Martos y Azlor de Aragon, il Duca di Abrantes Don José Zuleta de Reales, il Duca di Linares Don Alvaro Zuleta de Reales, il Duca di Hornachuelos Don José Ramón de Hoces y Elduayen, il Marchese del Vasto Don Policarpo Sanciz y Alvarez de Toledo.
I rappresentanti dei Reali Ordini Militari di Santiago, Calatrava, Alcantara e Montesa, il cui Real Consiglio è presieduto da S.A.R. il Duca di Calabria in rappresentanza del cugino Re di Spagna.
L’ Ecc.mo Amb. di Spagna Don Carlos Barcena y Portolés Gran Cancelliere del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, il Vice Gran Cancelliere il Cav. dell’Insigne Real Ordine di San Gennaro Guy Stair Sainty, l’Ecc.mo Vice Auditore Generale Amadeo-Martin Rey y Cabieses, il Delegato Don Manuel de Goyzueta dei Marchesi di Toverena e Trentinara e la consorte.
I dignitari del Real Cuerpo de la Nobleza de Madrid di cui é Cav. Protettore il Duca di Calabria e del Real Cuerpo de la Nobleza de Cataluña.
Dalla Spagna, numerosi rappresentanti delle antiche e nobili Reali Maestranze di Cavalleria di Valencia, di Zaragoza, di Sevilla, di Granada, di Ronda, la Real, il Real Estamento Militar del Principado de Gerona, la Muy Antigua e Ilustre Cofradía de Caballeros Cubicularios de San Ildefonso y San Atilano e la Real, Antiquisima y Muy Ilustre Cofradía de Nobles de Nuestra Señora la Virgen del Portillo.
Dal Regno Unito Lady Tatiana Mountbatten, Lord e Lady Balniel, Lord Hugh Carnegie, Lord e Lady Cochrane, il Conte di Dundonald, Lord and Lady Kerr.
A rappresentare le Due Sicilie il Real Circolo Francesco II° di Borbone, di cui il Duca di Calabria è Presidente onorario, con il Presidente Paolo Rivelli e la consorte.
Poi la Nobile Compagnia di Santa Maria della Consolazione detta della «Pace» e da Napoli la Real Arciconfraternita e Monte del Santissimo Sacramento de’ Nobili Spagnoli di San Giacomo o Real Hermandad de Nobles Españoles de Santiago di cui il Duca di Calabria è Membro Protettivo.
Rappresentanti del Gran Magistero del Sovrano Militare Ordine di Malta e del Governo dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro.
Uno stuolo di diplomatici rappresentanti di diversi governi d’Europa tra cui l’Amb. di Spagna Carlos Abella y Aristegui, l’Amb. dell’Ordine di Malta nel Regno di Spagna S.E. Jean-Marie Musy.
Nella piazza Guglielmo II due giovani nobili discendenti di clan scozzesi in abito tradizionale e kilt, suonano le possenti cornamuse all’arrivo degli invitati che già al passaggio per i vicoli della rocca di Monreale vengono salutati dai balconi dei tanti abitanti curiosi e fortunati per poter avere un comodo posto d’osservazione.
Si vedono arrivare eleganti uomini in tight dai gilet di colori tenui dal grigio perla al giallo fino al verde e scacchi con uno sfolgorio di decorazioni cavalleresche e le donne con cappellini ricercatissimi, mentre le donne spagnole fedeli alla loro tradizione portavano lunghi veli neri di morbido pizzo fermato con fascinose peinete.
Presenti membri delle antiche nobili casate che hanno segnato la storia di Napoli e Sicilia; si riconoscevano tra gli altri: i Duchi Landolfo e Fabiana Caracciolo Principi di Melissano e di Scanno, Don Michele Carrelli Palombi dei Marchesi di Raiano, i Principi Biagio e Signoretta Licata di Baucina, la Principessa Vittoria Alliata di Villafranca, i Marchesi Narciso e Matilde Salvo di Pietraganzili, il Conte Riccardo Paternò di Montecupo dei Duchi di San Nicola, i Principi Francesco e Marina Moncada di Paternò, il Principe Giacomo Massimo, i Principi Carlo e Francesca de Gregorio Cattaneo di Sant’Elia Marchesi di Squillace, i Signori Salvatore e Luisa Bordonali di Pirato, la Marchesa Marida Berlingieri di Valle Perrotta, i Marchesi Don Pierluigi e Nunzia Sanfelice di Bagnoli.
Tra gli altri italiani la Marchesa Leonia Frescobaldi, la Marchesa Costanza Solaro del Borgo, la Marchesa Urania Carrassi del Villar, il Marchese Pietro Carrassi di Roccagiovine,
Tra i cordoli predisposti dai volontari della Protezione Civile e del Corpo di Soccorso del Sovrano Militare Ordine di Malta, sfilano le Autorità locali presenti: il Vice Presidente della Regione Siciliana Prof. Gaetano Armao, l’Assessore Regionale all’Istruzione e formazione professionale Prof. Roberto Lagalla e la Sig.ra Maria Paola, il Sindaco di Palermo Prof. Leoluca Orlando, il Sindaco di Monreale Alberto Arcidiacono, il Deputato della Repubblica On. Giusi Bartolozzi.
Dalle forze dell’ordine e dallo staff, si apprende che agli ospiti in Duomo é fatto assoluto divieto di utilizzare fotografie scattate coi propri smartphone per pubblicare sui social networks.
Come nella sobrietà che contraddistingue la Famiglia Reale delle Due Sicilie, la celebrazione e gli eventi sono blindati e nessun fotografo e giornalista accreditato; infatti, le redazioni delle più importanti riviste sulle famiglie Reali si son viste rifiutare le ricche proposte di concessione d’esclusiva nel giorno delle nozze per cui avrebbero pagato una fortuna.
L’unico a poter immortalare ogni momento di questo Matrimonio Reale, sarà il celebre David Wheeler fotografo dei Principi William e Kate d’Inghilterra Duchi di Cambridge e dell’alta aristocrazia britannica.
La Famiglia, malgrado il rispetto della tradizione e del protocollo dovuto in un matrimonio dinastico, ha voluto tutelare la riservatezza degli sposi pur lasciando spazio ad eventuali interviste a dopo le nozze.
Sulle note dell’Inno del Regno delle Due Sicilie, il padre dello sposo, Sua Altezza Reale il Capo della Real Casa delle Due Sicilie, il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie e Orleans, Duca di Calabria e Conte di Caserta, fa ingresso nell’aula basilicale dando il braccio alla madre della sposa, Sua Signoria Lady Diana Mary Lindesay, Contessa di Lindsay, e prende posto in presbiterio, insieme agli altri Membri della Real Famiglia.
Quindi arriva puntuale ai piedi del Duomo S.A.R. il Principe Don Jaime di Borbone della Due Sicilie Duca di Noto, accompagnato dalla madre S.A.R. Donna Sofia Duchessa di Calabria, che percorre con passo lento ed elegante la lunga navata che conduce all’altare maggiore in uno sfolgorio di mosaici e con un allestimento floreale composto. Nella navata una foresta di cappellini e un luccichio di decorazioni, scorge l’austero sorriso della Duchessa di Calabria che comunque non nasconde la felicità per il figlio che da oggi con la celebrazione del Sacramento proseguirà la millenaria storia di famiglia.
Sua Altezza Reale il Duca di Noto, accompagnata al proprio posto l’Augusta Madre, Donna Sofia di Borbone delle Due Sicilie, Duchessa di Calabria e Contessa di Caserta, rende dovuto omaggio con un baciamano e si reca all’Altare ad attendere la futura sposa.
Mentre ancora fuori suonano le campane, l’imponente organo di Monreale impone un surreale silenzio nell’assemblea dei fedeli.
Quindi al suono della campana muove dalla sacristia la processione introitale preceduta dalla croce astile, turiferari, ceriferari e ministranti, il diacono mostra all’assemblea un antico evangelario d’oro e gemme preziose quindi uno stuolo di prelati e infine si erge imponente nella propria statura teutonica il Cardinale Gerhard Müller che ieratico nei prezioserrimi paramenti del colore liturgico bianco e oro proprio dei matrimoni, benedicendo percorre la navata.
Giunge, trainata da quattro bellissimi cavalli bianchi, la carrozza d’epoca con la sposa Lady Charlotte che dopo il consenso matrimoniale sarà “Sua Altezza Reale la Principessa Donna Charlotte di Borbone delle Due Sicilie Duchessa di Noto”. Lei che nella vita di tutti giorni lavora nell’alta finanza bancaria a Londra, da oggi dovrà dedicarsi a proseguire la tradizione della Dinastia erede di Carlo III e Elisabetta Farnese in questo meraviglioso Meridione.
La sposa, con accenno di un sorriso, è aiutata da numerose damigelle d’onore e paggetti in abiti classici e in kilt scozzese coi colori del clan Lindsay, a scendere dalla carrozza ma non nega un saluto ai tanti monrealesi accorsi e ai visitatori che la acclamano.
Appare giovane e bellissima, la sposa, in un abito di sobria eleganza disegnato da Phillipa Lepley con ricami color avorio duchess satin ma che non rinuncia ai segni della tradizione: la preziosa tiara di famiglia in perle e diamanti del XIX secolo e il lunghissimo velo bianco con strascico che viene fieramente sollevato dalle manine delle damigelle mentre i paggetti cospargono petali di rosa al passaggio della sposa; un abito molto castigato, come si impone nei matrimoni dinastici, e con un acconciatura che con i preziosi gioielli di famiglia contornano il volto radioso della sposa che mostra la grazia dei tratti scozzesi, britannici e francesi essendo discendente di Carlo II e dei Duchi di Sully.
Dicché Lady Charlotte Diana Lindesay-Béthune, al braccio del padre Sua Signoria Lord James Randolph Lindesay-Béthune, Conte di Lindsay, si avvia all’altare, percorrendo la navata, e nel frattempo l’organo suona le note dell’inno Zadok the Priest di G.F. Handel e il Trumpet Voluntary (op. 6 no. 5) di J. Stanley.
Guida la liturgia il Rev.mo Mons. Marco Agostini, Cerimoniere Pontificio.
Il repertorio musicale e le parti in canto sono a cura della Cappella Musicale di Santa Maria in Campitelli in Roma, diretta dal M° Vincenzo Di Betta mentre siedono all’Organo i Maestri Marco Intravaia e Mauro Visconti.
Quindi, dopo le formalità protocollari, ha luogo la processione introitale del Clero assistente, dei ministri e dell’Em.mo Celebrante, il quale giunto all’Altare lo venera e lo incensa.
Ha inizio il Sacro Rito con la Schola che intona l’Introitus e il grande portone del Duomo si chiude.
Dagli occhi discreti degli ammessi al servizio d’ordine, riusciamo ad avere dettagli sulla celebrazione, che è in latino e italiano con letture in spagnolo ed inglese.
Molto suggestiva ed emblematica la celebrazione del consenso, con l’unico velo bianco che i testimoni adagiano sugli omeri degli sposi a simboleggiare d’essere una sola carne e poi “las arras matrimoniales” con cui lo sposo, ponendo 13 monete d’oro nelle mani della sposa, manifesta il consenso e la condivisione coniugale.
I testimoni degli sposi sulle panche nel primo transetto, sono “appena” 23 per parte Borbone Due Sicilie e “solo” 15 per parte Lindesay-Béthune.
Quando si riapre, come per incanto, il portone del Duomo, si vedono i Ministri Sacri sul presbiterio e il Clero assistente in coro, mentre gli sposi si avviano verso l’uscita.
Uno squillo di trombe annuncia il passaggio del corteo nuziale che segue e vede nell’ordine, S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie e Orléans, Duca di Calabria e Conte di Caserta, e Sua Signoria Lady Diana Mary Lindesay, Contessa di Lindsay; Sua Signoria Lord James Randolph Lindesay-Béthune, Conte di Lindsay, e S.A.R. Donna Sofia di Borbone delle Due Sicilie, Duchessa di Calabria e Contessa di Caserta; S.A.R. la Principessa Anna di Francia, Duchessa Vedova di Calabria accompagnata dal nipote secondogenito S.A.R. il Principe Don Juan di Borbone delle Due Sicilie; Mrs Nigel Chamberlayne-Macdonald nonna della sposa accompagnata da Lord William James Lindesay-Béthune, Visconte di Garnock.
Nel frattempo l’organo intona il Preludio al Te Deum, di M.A. Charpentier, e poi la marcia Pomp and Circumstance, di E. Elgar.
Dopo la celebrazione segue un ricevimento in onore della LL.AA.RR. i Duchi di Noto presso il Palazzo Reale di Palermo, eccezionalmente ospitato dall’On. Gianfranco Micciché Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana che é stato il primo ad aprire le porte alla giovane coppia Reale.
All’ingresso del portone reale, che ancora reca lo scudo borbonico, il Presidente Micciché, seguito dalla Direttrice della Fondazione Federico II Patrizia Monterosso, accoglie i Reali Sposi e le loro rispettive Famiglie, per poi avviarsi verso il cortile Maqueda e attraverso la scalone reale accedere ai saloni del piano nobile.
Gli sposi per il loro viaggio di nozze, escluse le mete esotiche, hanno scelto di visitare in incognito la Sicilia e la Campania con qualche tappa in Italia.
Questo Matrimonio Reale non è solo un serraglio di sangue blu ma svela una Famiglia che vivendo nel proprio tempo, senza relegarsi a una mera dimensione storica, mantiene fede al legame che unisce l’identità culturale Duosiciliana e si fa prima sostenitrice del sud Italia, senza alcun anacronistico revanscismo storico.
Questa Famiglia Reale che un tempo regnava nelle Due Sicilie, ancora una volta dimostra il proprio legame con la parte meridionale della Penisola e rinsalda lo storico patto della Dinastia col fiero Popolo Duosiciliano attraverso tanti atti di vicinanza alle popolazioni locali.
Dallo stringato comunicato ufficiale emanato dalla Real Casa di Borbone delle Due Sicilie, si apprendono le notizie essenziali e peraltro già conosciute ma trapela dall’altra Capitale ovvero da Napoli che in occasione delle fauste nozze del figlio primogenito, le LL.AA.RR. i Duchi di Calabria vicini alle necessità dei meno fortunati nelle antiche capitali di Napoli e Palermo, hanno voluto offrire un pranzo speciale per un intero mese agli ospiti bisognosi di due mense di carità presso Associazione “Centro La Tenda ONLUS” al Rione Sanità di Napoli e presso l’Istituto “Boccone del Povero” di Palermo fondato del Beato Giacomo Cusmano.
Per dirla col celebre passo tratto dal romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa «Ce ne vorranno di Vittori Emanueli per mutare questa pozione magica che sempre ci viene versata!». Se i garibaldini non fossero sbarcati a Marsala e i piemontesi fossero rimasti nel loro regno sabaudo, oggi avremmo festeggiato il matrimonio del Principe Ereditario e forse avremmo una Dinastia legata all’amore della sua terra e del suo popolo.
Una Dinastia legata alla cultura d’un popolo prossimo a cui ha lasciato innumerevoli eredità spirituali e culturali dal faro di Gaeta fino all’estremo lembo di terra sud orientale della Sicilia: dalle tante fondazioni chiesastiche alla Reggia di Caserta e gli scavi di Pompei, dalla Palazzina Cinese nella R. Tenuta della Favorita, la Casina di Caccia della Ficuzza, l’Arsenale Borbonico e tant’altro che andrebbe rivalutato in un progetto culturale di dovuta memoria.