La nostra associata Simona de Tilla ci trasmette un report dalla Tanzania e più precisamente dal villaggio di Kinauwi. Di seguito le sue parole le sue impressioni.
“Dopo molte vicissitudini sono arrivata al villaggio di Kinauwi in Tanzania. I farmaci forniti dal CIS sono stati consegnati all’ambulatorio, che in questi 5 anni si è arricchito di 2 dottoresse tanzaniote molto efficienti. In una delle foto c’è una paziente che ha già avuto la Tachipirina e garze sterili. C’è sempre molta gente che chiede aiuto perché qui si può morire anche per una banale febbre malcurata. Infatti, il paracetamolo fornito è indispensabile e mai sufficiente. Sono grata al Presidente e a tutti gli associati per il sostegno ricevuto. Grazie al nostro presidente ed al CIS per il supporto in questa terra così lontana.
Ho letto La mia Africa di Karen Blixen quando avevo circa 16 anni, non fui colpita dalla storia d’amore descritta nel libro. No. Fu una frase, rimasta scolpita nella mia mente di adolescente: “L’Africa, fra tutti i continenti, insegna questo: che Dio e il Diavolo sono uno, la maestà coeterna, non due increati ma un solo increato”. La trovo potente ancora oggi, dopo 10 anni di viaggi in Africa, ma soprattutto la colgo autentica.
I bambini africani diventano presto autosufficienti, capiscono l’importanza vitale dell’acqua e del cibo già a 2 o 3 anni, aiutano la mamma nelle faccende domestiche ed a sorvegliare i bimbi più piccoli dai 6/7 anni. Ma nei loro piccoli volti luminosi permane quella spontanea gioiosità ed innocenza che appartiene all’età. Mi hanno insegnato le loro canzoncine ridendo a crepapelle per i miei ovvi errori di pronuncia, mi hanno insegnato a giocare con le poche cose trovate e raccolte in giro (pietre, legnetti ecc..). Mi hanno insegnato l’utilizzo di un tempo poliedrico seppur rilassato, calmo. Sì, perché il concetto del tempo che acquisiscono fin da piccoli appartiene alla cosiddetta Vitalogia africana, basata fortemente sul presente e sull’esperienza che di esso fa l’essere umano. Infatti, non si può slegare il tempo dalla vita della popolazione, neanche quando si tratta di futuro o eternità. Cioè il tempo è la vita corrente. I bambini africani lo sanno. Per questo i loro sorrisi sono così presenti da sembrare infiniti. Per me nascono dentro il loro cuore”.