Il giorno 29 marzo, abbiamo consegnato presso la Parrocchia di Santa Lucia a Mare, confezioni di formaggi affettati da 100 grammi ciascuna. Sono confezioni la cui disposizione delle fette consente un rapido utilizzo del formaggio (panini, pasti o pacchi alimentari). Ancora una volta il CIS deve ringraziare il Dott. Alfredo Capasso, instancabile amico che risponde sempre alle nostre richieste di aiuto, specie per prodotti alimentari.
Un caloroso ringraziamento accompagnato da una particolare Benedizione ci viene dal Parroco Don Giuseppe Carmelo, il quale ci aveva inviato una richiesta di aiuti per il periodo pasquale.
Il Presidente, Marchese Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, ha fatto predisporre per i nostri benefattori uno speciale diploma di benemerenza, da consegnarsi appena la situazione epidemiologica lo consentirà.
Un grazie caloroso va al nostro associato Eugenio Guidetti, il quale ha offerto generi alimentari al nostro Banco per essere distribuiti nelle parrocchie della loro giurisdizione.
La nostra segretaria, Rossella Continisio, ha partecipato anche lei in maniera significativa alla nostra raccolta, che ci permetterà una più significativa presenza sul territorio in un momento così critico.
Grazie anche il nostro Mario Rodolfo Baschirotto il quale a Torino con la sua organizzazione ha voluto compiere un gesto di solidarietà, facendoci partecipare alla consegna di generi di prima necessità.
Su richiesta di Padre Damiano il CIS, ha devoluto a favore dei poveri della sua Parrocchia una somma di denaro per le necessità pasquali.
Santa Lucia
Nell’ottobre del 1901, con le offerte dei fedeli, il canonico Iavarone incaricò il cav. Vincenzo Catello di eseguire la statua in argento della Vergine e Martire siracusana Santa Lucia. Approvatone il modello in gesso, la statua venne tradotta in argento con le medesime forme e grandezze e, dotata di rifiniture in bronzo dorato, fu consegnata nel dicembre del 1902. L’opera, ispirata all’austerità delle matrone romane presenta una piccola corona decorativa sul capo, è da sottolineare che, seppur di nobili origini, la martire Lucia non era una principessa. L’opera, del peso di 30 kg, fu valutata settemila e cinquecento lire e collocata all’interno della Cappella del Tesoro di San Gennaro insieme alle altre statue dei compatroni di Napoli, dandone consegna al reverendo sacrestano del tempo, Tommaso Acampora. L’Eccellentissima Deputazione predispose che ogni anno la statua venisse data in prestito al parroco pro tempore della Chiesa di Santa Lucia a Mare in occasione della festività(1).
Morta nel 304 durante le persecuzioni di Diocleziano, Santa Lucia è particolarmente venerata a Napoli. A lei è intitolato, oltre che un intero borgo nel quartiere San Ferdinando, anche la celebre canzone composta da E. A. Mario, Santa Lucia luntana, la prima ad essere tradotta in italiano nel 1850 da Enrico Cossovich su musica di Teodoro Cottrau(2). Omaggio agli emigranti napoletani che fissavano il borgo Santa Lucia come ultimo scorcio che spariva all’orizzonte di Napoli, la canzone richiama anche il legame verso la martire siracusana la cui festa ricade il 13 dicembre, in prossimità del solstizio d’inverno (da qui il detto “Santa Lucia il giorno più corto che ci sia“). La festa prevede una processione che, partendo dalla Chiesa di Santa Lucia al Monte giunge fino al mare, dove la statua viene condotta su una barca fino a Castel dell’Ovo. La seguente esplosione dei fuochi d’artificio che accompagnano in vari punti la statua, sembra evocare le cosiddette lampadodromie ossia le corse con le fiaccole che costituivano il rituale in onore di Partenope(3), la sirena che ha dato il nome al primo nucleo fondato da Greci. Oggi Partenope corrisponde proprio al borgo intitolato a Santa Lucia, considerata la protettrice della vista, dei ciechi, degli oculisti, degli elettricisti e degli scalpellini.
(1)ATSG CB/149, anno 1903
(2)Vittorio Paliotti, Santa Lucia: Santa Lucia il mare che diventa Napoli, Napoli 1993
(3)Luigi Maglio, Castel dell’Ovo dalle origini al secolo XX, Napoli 2015